Regionali 2024, Parlate di mafia! Dopo il successo dell’ultima edizione, lanciata in occasione delle elezioni europee, abbiamo deciso di lanciare una nuova edizione della nostra call to action “Parlate di mafia“, stavolta rivolta ai soli candidati alla carica di Presidente della Giunta regionale.
“Parlate di mafia” fu l’appello del giudice Paolo Borsellino quando a Palermo e in Sicilia la mafia non esisteva ma ammazzava centinaia di uomini e donne, nell’indifferenza generale. Oggi non abbiamo più i morti per strada ma questo non significa che il potere mafioso sia meno pericoloso: continua ad essere la principale minaccia alla democrazia e alla libertà del nostro Paese.
La ragione di questa nostra campagna di sensibilizzazione risiede nel fatto che il tema tiene raramente banco nel dibattito politico e sui media tradizionali, se non agli anniversari delle Stragi. E anche quando compare in qualche programma, non è mai al primo posto nell’agenda politica. Soprattutto quasi mai seguono i fatti.
Ecco perché chiediamo a tutti i candidati alla carica di Presidente di impegnarsi pubblicamente a portare avanti 7 impegni per i prossimi cinque anni e di mettere al centro della propria campagna elettorale il tema della lotta alla mafia.
I nostri 7 punti per i candidati
1. Affrontare la Questione Morale
Il candidato si impegna a considerare prioritaria la questione morale, lavorando all’interno della propria coalizione (per i candidati Presidente) e del proprio partito (per i candidati consiglieri) affinché già dalla fase della formazione delle liste si escludano personalità in conflitto di interesse, aduse a pratiche clientelari e a frequentazioni non specchiate.
La vera forza della mafia è fuori dalla mafia. Finché non colpiremo in maniera dura i rapporti che i mafiosi hanno con politici, imprenditori e colletti bianchi, non riusciremo mai a sconfiggerla. A livello politico, i partiti devono cominciare a fare pulizia al loro interno, anche se questo significa perdere i c.d. “Mr preferenze”. Come diceva Paolo Borsellino, non ci si può nascondere dietro lo schermo della sentenza: un comportamento penalmente irrilevante, può esserlo politicamente. La lezione di Enrico Berlinguer è ancora attuale e finché i partiti non affronteranno in maniera seria la questione morale, sarà sempre più difficile arginare l’avanzata “culturale” della mentalità mafiosa, e quindi delle organizzazioni mafiose, sia nel Lazio che in Lombardia.
2. Rendere pubblici i propri finanziatori già in campagna elettorale
Il candidato si impegna ad aggiornare settimanalmente l’elenco di chi finanzia la propria campagna elettorale con cifre superiori a 500 euro, rendendolo pubblico nella sezione trasparenza del proprio sito elettorale (in assenza di un sito elettorale, attraverso i propri canali social).
Sapere da chi è finanziato il candidato è essenziale anche per capirne l’orientamento su determinati temi dell’agenda politica regionale. Non solo: tutela la democrazia e le sue forme di partecipazione da indebite interferenze da parte di interessi loschi, opachi se non addirittura criminali. Lo scandalo c.d. Qatar-gate ha rilanciato con forza il tema della trasparenza dei finanziamenti ai partiti e ai singoli candidati.
3. Trasparenza sui capitali investiti nelle opere regionali
Il candidato si impegna a lavorare per l’introduzione dell’obbligo di dichiarazione del titolare effettivo in bandi, gare, convenzioni pubbliche e quant’altro presupponga impegni economici da parte dell’ente regionale.
Se vedeste un Presidente di Regione firmare un contratto con un tizio incappucciato, di cui non si vede il volto, non avreste nulla da dire? Oggi non c’è alcun divieto per un’azienda che non comunica il proprio titolare effettivo di stringere rapporti economici con le Istituzioni. Ecco perché abbiamo chiesto già a chi si candidava in Parlamento di lavorare per una revisione profonda dell’art. 80 del Codice degli Appalti. Nonché di attuare senza indugio il registro dei titolari effettivi: il rischio è infatti che “incappucciati” di cui non sappiamo nulla aggrediscano le risorse del PNRR senza che lo Stato e le Regioni possano far nulla. Il Lazio e la Lombardia possono avere un ruolo fondamentale per far sì che finalmente il Governo nazionale agisca su questo fronte, anzitutto prevedendo nella normativa regionale un obbligo specifico, che valga anche per tutti i Comuni.
4. Divieto per la Regione di rapporti economici con società offshore
Il candidato si impegna a lavorare per l’introduzione del divieto per l’ente regionale di contrarre rapporti di natura economica con società aventi residenza fiscale nei c.d. paesi offshore e/o con i titolari effettivi aventi residenza fiscale nei medesimi paesi e/o siano controllate da società schermo o da reticoli societari opachi, sollecitando il governo nazionale, anche depositando un disegno di legge, ad adottare queste misure e a renderle operative, anche al fine di tutelare le risorse del PNRR e delle altre opere strategiche regionali.
Questo punto è complementare a quello precedente. Perché, anche se viene dichiarato il titolare effettivo, spesso o ha residenza fiscale in un Paese dove non è perseguibile in caso di contenzioso, oppure il reticolo societario che controlla l’azienda di cui conosciamo il titolare effettivo è disperso tra paradisi fiscali, societari e bancari e rende di fatto inutile l’obbligo richiesto al punto precedente.
5. Costituire la Regione parte civile nei processi di mafia
Il candidato si impegna a sollecitare la costituzione dell’ente regionale come parte civile in tutti i processi di mafia che riguardano la propria Regione, impegnando le eventuali statuizioni ottenute per finanziare specifici corsi di formazione su prevenzione antimafia e anticorruzione per i dipendenti pubblici dell’ente regionale e dei comuni.
Nella stragrande maggioranza dei processi di mafia le vittime individuate dalla procura non si costituiscono parte civile. La ragione, a nostro avviso, è che sia anche perché hanno paura a trovarsi da sole in tribunale. La presenza delle istituzioni, anche se simbolica, vale molto. Chiediamo pertanto ai candidati l’impegno a costituire parte civile l’ente regionale in tutti i processi di mafia, criminalità organizzata, racket e usura che riguardino il territorio regionale, informando i cittadini sul contenuto e sull’evoluzione degli stessi, eventualmente stabilendo partnership con le associazioni del territorio per garantire un’adeguata presenza della società civile in aula.
6. Valorizzare i beni confiscati
Il candidato si impegna a far sì che la Regione valorizzi e incentivi il riuso sociale dei beni confiscati alle mafie, sia aumentando i fondi per la loro iniziale ristrutturazione e messa in sicurezza, sia favorendo la loro gestione da parte di realtà di giovani under-35, provvedendo ad una loro adeguata formazione, nonché provvedere a una loro mappatura georeferenziata disponibile pubblicamente sul sito della Regione.
I beni confiscati sono un patrimonio economico e sociale che può e deve essere uno strumento di “bonifica” culturale e di rilancio dell’occupazione nei territori più difficili delle nostre città. Gli enti regionali possono svolgere sempre di più un ruolo fondamentale per rimuovere tutti quegli ostacoli, anzitutto di natura economica, che rendono oggi impossibile impegnarsi su questo fronte, soprattutto per realtà associative composte da giovani under-35.
I mafiosi, infatti, spesso devastano i beni e servono centinaia di migliaia di euro, se non milioni, per rimetterli in piedi. Le regioni, insieme allo Stato, dovrebbero rimuovere tutti gli ostacoli alla rinascita dei beni, anzitutto lavorando con l’Agenzia Nazionale per istituire un servizio di mentoring che aiuti le realtà con progetti credibili e concreti a spiccare il volo. Non solo: per creare una rete di solidarietà intorno ai progetti sorti sui beni confiscati, è necessario anche che i cittadini abbiano coscienza di quanti sono sul proprio territorio. Ecco perché si rende necessaria una mappatura georeferenziata a livello regionale.
7. Insegnare la storia delle mafie della regione nelle scuole
Il candidato si impegna, nell’ambito dei noti bandi di finanziamento dell’educazione alla legalità, a vincolare tali fondi a percorsi di formazione che comprendano lo studio e l’approfondimento della storia delle organizzazioni mafiose della propria regione, con un focus particolare sulla provincia in cui ha sede l’istituto scolastico, mettendo a disposizione degli insegnanti pubblicazioni adeguate realizzate allo scopo.
Si fanno tanti percorsi di educazione alla legalità sia nel Lazio che in Lombardia. Pochissimi, però, prevedono adeguati approfondimenti sulle presenze mafiose a livello provinciale e regionale. La stragrande maggioranza si preoccupa solamente di focalizzare l’attenzione sulla storia di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e, quando va bene, altri eroi della lotta alla mafia, ma pochissimi percorsi, lasciati alla buona volontà degli insegnanti, hanno un focus specifico sul territorio in cui vivono gli studenti. E’ urgente e necessario invertire la rotta e prevedere obbligatoriamente percorsi che rendano consapevoli i cittadini di domani della presenza mafiosa sui propri territori.
Come si aderisce
Prima di aderire, i candidati alle Regionali 2024 devono anzitutto aver creato sul proprio sito elettorale una sezione trasparenza, all’interno del quale vi sia un elenco provvisorio dei finanziatori con cifre superiori a 500 euro, siano essi persone fisiche o giuridiche.
Non chiediamo una rendicontazione della campagna elettorale (che per legge va depositata nei tribunali dopo le elezioni), ma appunto un semplice elenco di chi vi finanzia la campagna elettorale con cifre superiori i 500 euro e il relativo importo.
Compilate quindi il modulo solo dopo aver preparato questa sezione, così da inserire il link nel modulo, e dopo aver fatto il post di adesione sul vostro social principale (Instagram o Facebook etc.).
Regionali 2024 – Chi ha aderito
Qui di seguito saranno elencati i candidati e le candidate alla carica di Presidente della Giunta regionale che si impegneranno su questi 7 punti, a partire da quello della trasparenza dei propri finanziatori sin dalla campagna elettorale.
Il primo aggiornamento della lista sarà lunedì 14 ottobre.