Parlate di mafia a Genova! In vista delle elezioni comunali di domenica 25 e lunedì 26 maggio 2025, abbiamo deciso di lanciare una nuova edizione della nostra call to action “Parlate di mafia“, rivolta questa volta ai candidati del capoluogo ligure.
“Parlate di mafia” fu l’appello del giudice Paolo Borsellino quando a Palermo e in Sicilia la mafia non esisteva ma ammazzava centinaia di uomini e donne, nell’indifferenza generale. Oggi non abbiamo più i morti per strada ma questo non significa che il potere mafioso sia meno pericoloso: continua ad essere la principale minaccia alla democrazia e alla libertà del nostro Paese.
La ragione di questa nostra campagna di sensibilizzazione risiede nel fatto che il tema tiene raramente banco nel dibattito politico e sui media tradizionali, se non agli anniversari delle Stragi. E anche quando compare in qualche programma, non è mai al primo posto nell’agenda politica. Soprattutto quasi mai seguono i fatti.
La città di Genova è storicamente interessata dal fenomeno mafioso. Nel Secondo Dopoguerra, il capoluogo ligure e il suo hinterland sono stati una delle prime mete di alcuni esponenti di spicco delle organizzazioni mafiose nel Nord Italia, alcuni perché inviati in soggiorno obbligato, altri per inseguire nuove opportunità di sviluppo criminale. Oggi, come mostrano anche le ultime inchieste, le organizzazioni mafiose, in primis la ‘ndrangheta, cercano di condizionare la vita amministrativa della città e non solo.
Ecco perché chiediamo a tutti i candidati e alle candidate alla carica di Sindaco/a, Consigliere/a comunale, Presidente di Municipio e Consigliere/a municipale di aderire a “Parlate di mafia a Genova“, assumendosi pubblicamente i seguenti impegni per i prossimi cinque anni e mettendo al centro della propria campagna elettorale il tema della lotta alla mafia.
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Parlate di mafia a Genova, cosa chiediamo a chi si candida
Tutti i candidati/e alle varie cariche si impegnano a:
Pubblicare già durante la campagna elettorale la lista di chi li finanzia con cifre pari o superiori ai 500 euro
Chiediamo a ciascun candidato e a ciascuna candidata alle elezioni di pubblicare già durante la campagna elettorale l’elenco dei contributi pari o superiori ai 500 euro ricevuti da privati, enti del terzo settore e imprese.
Questo elenco può essere pubblicato nella sezione “Trasparenza” del proprio sito web elettorale o, in assenza di un sito web, su un documento condiviso, accessibile in sola lettura da tutti. In caso di assenza di contributi superiori ai 500 euro, è sufficiente una dichiarazione pubblica che la campagna elettorale è finanziata con spese proprie o da piccole donazioni all’interno del post di adesione della campagna.
Non ci interessa infatti la rendicontazione della campagna elettorale, che è prevista dalla legge dopo le elezioni, ma conoscere prima chi finanzia la campagna elettorale dei candidati.
La conoscenza di questo dato è essenziale per la vita democratica cittadina: consente a tutti di capire da chi è sostenuto un candidato o una candidata e se vi è coerenza tra le sue proposte e quelle dei suoi sostenitori, soprattutto nel caso in cui si trattasse di soggetti privati con interessi economici in città. Inoltre, si rivela strumento decisivo per il futuro Sindaco o la futura Sindaca nella scelta degli Assessori, scongiurando eventuali conflitti di interesse.
Promuovere conoscenza e consapevolezza sul fenomeno mafioso in città
Per combattere un fenomeno, bisogna conoscerlo. E poiché la lotta alla mafia è un impegno di TUTTI, come ricordavano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, bisogna coinvolgere la maggioranza dei cittadini e delle cittadine nella lotta ai vari fenomeni criminali connessi al fenomeno mafioso (corruzione, riciclaggio, racket e usura etc.).
Per fare questo è essenziale che si instauri una collaborazione virtuosa tra le istituzioni cittadine, gli operatori economici e gli enti del terzo settore.
I candidati e le candidate, in caso di elezione, si impegnano sia a promuovere sia a partecipare ad attività e iniziative di informazione e/o formazione sul fenomeno mafioso, collaborando attivamente con tutti gli attori economici e sociali attivi sul territorio genovese.
Il candidato/a Sindaco/a si impegna anche a:
Istituire un Comitato Antimafia, Anticorruzione e Legalità a supporto del lavoro della Giunta
Il candidato sindaco o la candidata Sindaca si impegna a costituire un Comitato Antimafia, Anticorruzione e Legalità, su modello di quello istituito dal Comune di Milano dal 2011.
Il Comitato sarà di supporto al lavoro della Giunta attraverso lo studio e la promozione di iniziative finalizzate al contrasto dei fenomeni e delle attività di tipo mafioso, corruttivo e criminale, anche in collaborazione con la futura Commissione Consiliare Antimafia, e attraverso il dialogo con Enti, Università, Istituzioni e Associazioni.
Il Comitato, composto da esperti ed esperte di comprovata professionalità nello studio e nell’analisi del fenomeno mafioso, si impegnerà a comunicare al Sindaco o alla Sindaca, ed eventualmente al Consiglio Comunale, tutte le attività svolte e i risultati raggiunti, attraverso la pubblicazione di relazioni periodiche, rese disponibili anche alla cittadinanza sul sito web del Comune.
Costituire il Comune parte civile nei processi di mafia
Il candidato sindaco o la candidata Sindaca si impegna, in caso di elezione, a costituire parte civile il Comune di Genova in tutti i processi di mafia, criminalità organizzata, racket e usura che riguardino il territorio metropolitano, informando i cittadini sul contenuto e sull’evoluzione dei processi, eventualmente stabilendo partnership con le associazioni che si occupano sul tema per garantire un’adeguata presenza della società civile in aula.
Valorizzare i beni confiscati in città
Il candidato Sindaco o la candidata Sindaca si impegna nella valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, sia attraverso iniziative conoscitive di mappatura, sia attraverso procedure più rapide di assegnazione, stabilendo partnership con Fondazioni ed enti di beneficenza per provvedere all’iniziale messa in sicurezza e ristrutturazione degli stessi, oltre ai tradizionali fondi previsti dalla legge.
I beni confiscati possono diventare un punto di partenza importante per la riqualificazione culturale, sociale e urbana dei quartieri, soprattutto quelli più periferici, se gli enti del terzo settore e i giovani e le giovani che quotidianamente li vivono sono messi nelle condizioni ottimali di gestirli. Ogni bene restituito alla comunità è infatti un presidio di legalità in più sul territorio, in grado di promuovere valori e buone pratiche contro la cultura mafiosa, nonché memoria condivisa sulla storia del fenomeno mafioso a Genova.
Il candidato/a Consigliere/a si impegna anche a:
Lavorare per l’istituzione di una Commissione Consiliare Antimafia
Il candidato consigliere o la candidata consigliera si impegna ad assumere ogni iniziativa necessaria per arrivare all’istituzione di una Commissione permanente Antimafia, Anticorruzione e Antiriciclaggio, che abbia il compito di indirizzare l’Amministrazione comunale nell’attività di prevenzione e di contrasto del radicamento delle associazioni di tipo mafioso, della corruzione e del riciclaggio di denaro sporco nella città di Genova e nel suo territorio metropolitano, attraverso un rapporto forte e sistematico con la cittadinanza.
Il Candidato/a Presidente di Municipio si impegna anche a:
Collaborare con la Giunta comunale ed assegnare una delega Antimafia
Il candidato Presidente di Municipio o la candidata Presidente di Municipio si impegna a collaborare con la Giunta comunale, il Comitato e la Commissione Consiliare Antimafia, assegnando una delega specifica Antimafia a un Assessore, il quale poi fornirà ogni elemento utile per la mappatura e il monitoraggio del fenomeno mafioso nel proprio Municipio.
Il Candidato/a Consigliere di Municipio si impegna anche a:
Collaborare con la Giunta di Municipio e le altre Istituzioni Comunali
Il candidato Consigliere di Municipio o la candidata Consigliera di Municipio si impegna a supportare la Giunta del proprio Municipio nella collaborazione istituzionale, facendosi portavoce delle istanze e delle segnalazioni dei cittadini e delle cittadine e delle associazioni ai vertici dell’Amministrazione comunale.
Come si aderisce
Prima di compilare il modulo di adesione, i candidati o le candidate devono aver prima creato la sezione trasparenza sul proprio sito web elettorale o un documento condiviso accessibile a tutti in sola lettura, dove sono elencati i sostenitori con cifre pari o superiori ai 500 euro (attenzione: non parliamo della rendicontazione elettorale, ma semplicemente della lista dei sostenitori).
In assenza di finanziatori con cifre pari o superiori ai 500 euro, è possibile inserire nel modulo il link del post in cui si comunica l’adesione alla campagna, purché in fondo al post si dichiari di non aver ricevuto e non si prevede di ricevere singoli contributi di tali importi.
A quel punto, il candidato o la candidata può comunicare l’adesione a “Parlate di mafia a Genova” o sul proprio sito web elettorale o sul proprio profilo social principale, eventualmente utilizzando se crede il toolkit grafico che mettiamo a disposizione. Nel post va indicato anche il link alla lista dei finanziatori o al documento condiviso (o la dichiarazione di assenza di finanziatori con cifre pari o superiori a 500 euro).
Fatte queste due operazioni, è possibile compilare il modulo, cliccando qui sotto:
Parlate di Mafia a Genova – Chi ha aderito
Qui di seguito saranno elencati i candidati e le candidate che hanno aderito. L’elenco sarà aggiornato ogni venerdì.