Il sogno di una cosa. Cinque anni di WikiMafia

Conoscenza e azione sono sempre indispensabili l’una all’altra, come gli occhi e le gambe:
senza gambe, gli occhi non possono camminare; senza occhi, le gambe non possono vedere.
(Zhu Xi, Filosofo cinese, 1030-1100 d.C.)

Lucio Ferrami. Nessuno di voi sa chi è. Non lo sapevo nemmeno io, fino al maggio scorso. Poteva essere chiunque; soprattutto, poteva essere ancora vivo.

Lucio Ferrami

Perché Lucio Ferrami è una vittima innocente della violenza mafiosa. In particolare, di quella della ‘ndrangheta. Per la sua storia, qualcuno lo ha soprannominato il Libero Grassi della Calabria. Eppure di lui, fino allo scorso maggio, non si trovava in rete né una biografia decente né una foto. Ora ci sono, grazie a Sabrina, che non ha mai conosciuto suo nonno, vittima anche lui innocente della ‘ndrangheta. Grazie a lei, che ha dedicato (e dedica) del tempo alla ricostruzione delle biografie delle vittime innocenti calabresi incontrando i familiari, mentre fa di tutto per rimanere nella sua terra, la Calabria. Grazie a lei, che in questo modo ha restituito un volto e una storia a una vittima di cui sono ignoti (e impuniti) killer e mandanti.

Sono passati cinque anni da quando ero seduto su quella panchina di fronte alla Tate Modern a Londra e mi venne l’idea di creare WikiMafia. Il nome sarebbe venuto dopo, l’idea però arrivò quel giorno. Ero reduce da un surreale colloquio con il capo del terzo master in relazioni internazionali del pianeta che non aveva trovato interessante la mia idea di studiare i movimenti internazionali delle mafie: “We don’t care about the guys in the street“. E io che ci stavo a fare allora lì? Salutai con cortesia di fronte agli occhi allucinati della signorina della segreteria centrale e di diversi amministrativi (tra cui due psicologi che pensavano fosse un problema di “culture shock”) e me ne tornai in Italia. A fare WikiMafia. Sicuramente mi avranno preso per matto, visto che per stare lì avevano fatto domanda 10mila persone da tutto il mondo e io ero tra i 110 selezionati.

Più volte mi sono chiesto che cosa sarebbe successo se fossi rimasto lì, titolo assai prestigioso in tasca a parte. Poi puntualmente ogni volta mi sono ritrovato di fronte a regali frutto di passione e gesti assolutamente disinteressati come quello di Sabrina e capisco di dover dire grazie a chi mi ha fatto prendere l’aereo di ritorno.

 

Quando mi chiedono che cos’è WikiMafia, spesso non so cosa rispondere. Dire che è un’enciclopedia sulle mafie è giusto, ma non rende giustizia di quel che veramente è diventata. Anzitutto, perché è il sogno di una cosa che ancora non c’è: l’idea era di fare in ambito accademico quello che Rocco Chinnici ha fatto in campo giudiziario con il pool antimafia, cioè riorganizzare e centralizzare la conoscenza sul fenomeno mafioso, cosa che, con tutta la nostra buona volontà, non siamo ancora riusciti a fare.

Poi perché WikiMafia è uno stile di vita: siamo francescani nelle finanze e partigiani nella lotta, con l’aggiunta fondamentale di mantenerci rigorosamente fedeli ai fatti e a un metodo di lavoro scientifico. E del resto, essendo stata ideata nel giorno di San Francesco e avendo avuto poi un Francesco come co-fondatore non sarebbe potuto essere altrimenti. E’ anche però una scelta di vita, che non è la lotta alla mafia tout court, noi non facciamo lotta alla mafia, quella è una conseguenza di un obiettivo più importante che ci siamo dati, che è quello di difendere la bellezza, in tutte le sue forme. E la difesa della bellezza passa anzitutto attraverso l’impadronirsi della conoscenza. Perché non si va in guerra senza conoscere il nemico e non ci si può difendere se non lo si riesce nemmeno a riconoscere.

Infine, la cosa più importante. WikiMafia è una una famiglia, dove il legame più importante non è quello di sangue ma la dedizione, la cura e l’impegno che ciascuno di noi ci mette nella Causa. E nella convinzione che alla fine vinceremo noi. Ecco il sogno: che fra 10, 15 anni ovunque ci sarà un mafioso ci possano essere cento cittadini consapevoli che gli rendano la vita un inferno, così come loro oggi fanno con la vita di milioni di persone in tutto il mondo.

Anche per questo facciamo quello che facciamo. Spesso si è convinti che per fare la lotta alla mafia servano i super-poteri o chissà cosa. Basta invece tenere gli occhi aperti e fare rete contro chi vuole distruggere la bellezza dei nostri territori per farci i propri sporchi affari. Chiunque può colpirli già nel tessuto vivo dei loro affari senza dover far nient’altro che il proprio dovere. Come hanno fatto del resto tutte le vittime innocenti del fenomeno mafioso, che non è altro che la rotella di un’ingranaggio più generale, di un sistema molto più marcio. Perché la forza della Mafia è fuori dalla Mafia (ce lo ha insegnato Nando dalla Chiesa anni fa).

E’ questo che ci dà la forza e che ci ha permesso di superare momenti difficili come quello di MafiaMaps. Il fatto che, nonostante tutto, siamo dalla parte giusta e non siamo soli. Cinque anni sono un traguardo importante ma WikiMafia è quello che è solamente grazie a chi la rende viva tutti i giorni. Ai “Wiki-Lovers“, come li chiamo io. A quelli che si sbattono, faticano e si arrabbiano quando vedono qualcosa che non va. E che non stanno mai con le mani in mano. Ma soprattutto che mi sopportano. E’ grazie a loro che, per usare le parole di Albert Camus, “nel bel mezzo dell’inverno ho trovato dentro di me un’estate che non si dà per vinta“. A loro che continuano a tenere in vita “il sogno di una cosa”, nonostante la spietatezza di un secolo. Loro, alla fine, sono la cosa più bella che sarebbe potuta capitarmi. Quindi grazie.

Vi voglio bene,
Pier

P.S. WikiMafia è diventata grande grazie a: 

Francesco Moiraghi, Hermes Mariani, Marco Fortunato, Sabrina Lattuca, Thomas Aureliani, Monica De Astis, Samuele Motta, Ester Castano, Claudio Paciello, Mattia Maestri, Francesco Terragno, Salvo Ognibene, Chiara Sanvito, Lorenzo Picarella, Alessia Perla, Francesca Busacca, Marco Bruno, Alessandro Zantedeschi, Micaela Tierno, Gianluca Vitolo, Adele Riezzo, Antonella Vadalà, Anne Attard, Andrea Zolea, Federica Beretta, Marika Demaria, Mauro Fossati, Nino Fricano, Maria Concetta Giuliano, Greta La Gioiosa, Edoardo Fracchiolla, Isotta Manfrin, Dario Parazzoli, Isabella Senatore, Giulia Silvestri, Edda Boletti.

Un grazie speciale a Nando dalla Chiesa, senza il quale i due co-fondatori non si sarebbero mai incontrati e in generale nessuno di noi avrebbe scoperto la passione per la bellezza del mondo. E dei propri sogni.