Falcone star di TikTok, diventa subito virale

Giovanni Falcone star di TikTok. Ci credereste mai? Noi non l’avremmo mai fatto. Era da tempo che pensavamo di sbarcare sul social network dei video più in voga del momento. Così in questi mesi abbiamo studiato la piattaforma. E l’11 maggio abbiamo inaugurato il nostro account TikTok, in occasione del lancio dell’edizione 2022 della campagna “Diamo voce a Falcone“.

In poche ore, decine di migliaia di visualizzazioni, che hanno superato la cifra record di 140mila in un paio di giorni. Età media? 22 anni. Numeri pazzeschi, che raramente riusciamo a fare con i “reel” di Instagram. Ma come? I giovani non hanno voglia di impegnarsi, non hanno voglia di sapere: tutte balle, tutti pregiudizi dei “boomer dell’antimafia“, odiosa categoria che ultimamente si ritrova più diffusa del covid per via del trentennale delle Stragi.

@wikimafia.it

Pregiudizi e paternalismo dei boomer li portano a descrivere una realtà dell’impegno giovanile che semplicemente non esiste: siccome loro non sono più in grado di parlare alle nuove generazioni, allora le nuove generazioni non hanno voglia di ascoltare. Niente di più falso: viceversa Falcone non sarebbe una star di TikTok (e lo è attraverso il nostro profilo appena nato: pensate quando avremo un seguito come quello di Facebook, social “anziano” per antonomasia oramai).

Certo, non siamo così sciocchi da credere che tre video su TikTok siano risolutivi: la strada però è chiara. Scendere dal piedistallo e “sporcarsi le mani” anche coi social network famosi per i balletti che per le riflessioni antimafia. Come sempre, il problema non è tanto il mezzo, ma il contenuto. E soprattutto, sapere usare il mezzo in maniera intelligente e non “cringe“.

Ad ogni modo WikiMafia, come dimostra anche il grande successo di partecipazione giovanile all’evento su Enrico Berlinguer in programma per il 18 maggio, si conferma una delle realtà più attive, meglio organizzate e che sanno comunicare meglio dell’intero movimento antimafia. E che organizza anche gli eventi con maggiore eco tra le giovani generazioni. Il tutto senza un euro investito nelle famose “sponsorizzate”, ma andando avanti solo grazie alla qualità di iniziative e contenuti.

Se avessimo anche solo un decimo di quanto spendono alcuni in uffici stampa e personale… D’altronde, se avessimo voluto i tappeti rossi e uno stipendio, come tanti boomer e carrieristi, non faremmo quello che facciamo. E non lo faremmo nel modo in cui lo facciamo. 

Il 23 maggio prossimo diamo voce a Giovanni Falcone. Tutto il resto è retorica (e anche un po’ noia).