Il 23 maggio 2022 si avvicina. Si tratta di una data molto attesa: saranno trent’anni dalla Strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli eroici uomini della sua scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
Per chi ha deciso di dedicarsi alla lotta alla mafia è una data importante: rinnoviamo il nostro giuramento di fedeltà alla Causa e di impegno quotidiano contro il potere mafioso. Non solo commemorando i morti, ma soprattutto stando a fianco dei vivi. E per vivi intendiamo magistrati del calibro di Nicola Gratteri e Nino Di Matteo, vittima di delegittimazioni continue da parte dello stesso gruppo di potere che delegittimò Giovanni Falcone e Paolo Borsellino quando erano in vita.
Gli anniversari, soprattutto il 23 maggio, sono occasione però soprattutto per le passerelle. Le indegne passerelle. Anzitutto di quei politici che nei restanti 364 giorni dell’anno se ne fregano della lotta alla mafia e non stanno facendo nulla per difendere la legislazione antimafia ispirata proprio dal dott. Falcone.
L’attuale governo, come i precedenti, non sta facendo nulla per aiutare i magistrati più esposti nella lotta alla mafia. Le ultime riforme lo dimostrano. Vogliono ridurre l’antimafia a sfilate di moda infarcite di retorica, con un movimento impegnato a commemorare i santini anziché pretendere verità e giustizia. E contro chi la pretende, scatenano la macchina del fango mediatica.
Contro il paese felice che odiava Falcone
Quest’anno volevamo restare in silenzio, limitandoci a documentare. Perché dopo 30 anni, di parole ne sono state dette fin troppe e sarebbe anche ora di passare ai fatti. Ad esempio: chi fece sparire dal pc del ministero della giustizia il diario di Falcone? Si trattava di floppy disk contenenti la verità del magistrato su quello che quotidianamente subiva. Non certo Totò Riina, ma uomini dello Stato. E per ordine di chi?
Sono tante le domande senza risposta. E che resteranno senza risposta anche quest’anno, mentre lo Stato conia una moneta commemorativa da due euro e si prepara ad assolvere se stesso: Falcone e Borsellino uccisi solo la mafia. Ma sappiamo che così non è.
Così come è bene ricordare, come abbiamo fatto noi sulla nostra voce enciclopedica, i nomi e i cognomi dei nemici di Falcone dentro allo Stato. Non li ricorda mai nessuno.
Il “paese felice“, così definì Giovanni Falcone l’Italia. Non era un elogio. Abbiamo inaugurato il nostro nuovo account su Tik Tok proprio con quelle amarissime parole. E pur con un account appena nato, sono oltre 40mila le visualizzazioni. Quel “paese felice” per cui ha sacrificato la sua intera esistenza non lo amava affatto. Così come non ama chi, come lui, sovverte la prassi consolidata del rapporto tra mafia e potere, come Nino Di Matteo e Nicola Gratteri.
23 maggio 2022, diamo voce a Falcone
Non volevamo fare nulla, solo goderci un momento importante per la nostra coscienza militante. Ma la retorica e l’ipocrisia, soprattutto di Stato, regnano sovrane. E allora pensiamo che il modo migliore per contrastare questa narrazione sia quella di dare voce a Falcone. Come abbiamo fatto l’anno scorso.
Niente indicazioni particolari, niente campagne social elaborate. Vi chiediamo semplicemente di invadere i vostri social preferiti con le sue parole. Video, foto, fate voi. Facebook, Twitter, Instagram, Tik Tok. Il senso deve essere chiaro: i mafiosi e i loro amici nello Stato volevano cancellarlo dalla storia, invece Falcone se lo devono ritrovare ovunque. Anche dove meno se lo aspettano, come su un social “giovane” come Tik Tok. Usate poi ovviamente l’hashtag #eranosemi.
Noi per facilitarvi il compito pubblicheremo una serie di post e video sui nostri canali social per farvelo conoscere, attraverso le sue parole e i racconti dei pochi amici che aveva, riprendendo anche dagli archivi delle nostre iniziative.
Abbiamo preparato anche dei cartelli A4 con un qr-code che rimanda alla storia di Falcone, per permettere di condividere le sue parole anche fisicamente in scuole, luoghi di cultura e di socialità. Clicca qui per scaricarli.
Altri materiali utili:
Erano Semi, per davvero
Oramai la frase “Li avete uccisi ma non vi siete accorti che erano semi” è un pilastro della cultura antimafia in Italia. Fu scritta la prima volta in una forma lievemente diversa nel 2016, sui bloc-notes di ricompensa per chi aveva sostenuto MafiaMaps con una donazione. Invece di “uccisi” c’era “seppelliti“, ma il suo autore, Pierpaolo Farina, pensò che a seppellire i morti sono anche i familiari.
Così per evitare equivoci, sulla tessera 2017 di WikiMafia arrivò uccisi. E nel 2018 e nel 2019 il corteo del 23 maggio fu invaso di cartelli con quella frase. Fino alla prima campagna social in memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie, quando #eranosemi è diventato un hashtag virale, il più usato per commemorare le vittime innocenti delle mafie.
23 maggio 2022, gli eventi
Il 23 maggio una delegazione di WikiMafia sarà a Palermo. Parteciperemo alle iniziative della Fondazione Falcone e dell’associazione Quarto Savona Quindici. All’orario della Strage, saremo al Giardino della Memoria di Capaci, sorto 5 anni fa nel luogo dove fu posizionato il tritolo, insieme a Tina Montinaro e altri compagni di lotta.
Ci sono però anche iniziative nella nostra città, Milano, anche dopo la ricorrenza. Man mano aggiorneremo la lista qui sotto.
- Sabato 28 maggio, dalle 10:00 alle 18:00, ACD Macallesi. Torneo di calcio a 5 “In campo per Capaci“. Edizione di Sport contro le mafie in occasione del trentennale delle Stragi di Capaci e Via D’Amelio.
- Mercoledì 1° giugno, h 19:00, Tempio del Futuro Perduto. Presentazione del libro di Salvo Palazzolo “I Fratelli Graviano“, edito da Laterza. Insieme all’autore, Giuseppe Pipitone, giornalista de Il Fatto Quotidiano. Ingresso libero previa registrazione. Informazioni a breve su questo sito.