Il 23 maggio 2023 si avvicina. Si tratta di una data molto attesa: saranno 31 dalla Strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli eroici uomini della sua scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
Per chi ha deciso di dedicarsi alla lotta alla mafia è una data importante: rinnoviamo il nostro giuramento di fedeltà alla Causa e di impegno quotidiano contro il potere mafioso. Non solo commemorando i morti, ma soprattutto stando a fianco dei vivi. E per vivi intendiamo magistrati del calibro di Nicola Gratteri e Nino Di Matteo, vittima di delegittimazioni continue da parte dello stesso gruppo di potere che delegittimò Giovanni Falcone e Paolo Borsellino quando erano in vita.
Gli anniversari, soprattutto il 23 maggio, sono occasione però soprattutto per le passerelle. Le indegne passerelle. Anzitutto di quei politici che nei restanti 364 giorni dell’anno se ne fregano della lotta alla mafia e non stanno facendo nulla per difendere la legislazione antimafia ispirata proprio dal dott. Falcone.
L’attuale governo, come i precedenti, non sta facendo nulla per aiutare i magistrati più esposti nella lotta alla mafia. Le ultime riforme lo dimostrano. Vogliono ridurre l’antimafia a sfilate di moda infarcite di retorica, con un movimento impegnato a commemorare i santini anziché pretendere verità e giustizia. E contro chi la pretende, scatenano la macchina del fango mediatica, come è successo a noi lo scorso marzo.
Ecco perché come l’anno scorso, abbiamo deciso di tornare a “dare voce a Falcone“, contrastando la retorica di Stato con le sue parole, troppo spesso dimenticate, attraverso una serie di grafiche che pubblicheremo sui nostri profili social.
23 maggio 2023, contro il paese felice che odiava Falcone
Il 23 maggio saremo a Palermo e, oltre a partecipare come sempre alle attività istituzionali organizzate dalla Fondazione Falcone, parteciperemo al corteo “Resistenza popolare per un’antimafia intersezionale”, che vuole rivendicare la necessità di inserire la lotta alla mafia in un contesto più ampio di lotte sociali, in una doppia ottica.
Da un lato, la ricerca e la pretesa delle verità mancanti sulle stragi (non solo quelle del biennio ’92-’93) per rispondere a una Giustizia attesa da decenni; dall’altro, invece, l’analisi della condizione politica, sociale, culturale ed economica in cui vive la Sicilia e il Paese intero. Il corteo partirà dalla Facoltà di Giurisprudenza, in Via Maqueda 172, alle h 15:30, per approdare alle 17:30 in via Notarbartolo.